Best of 2014

Mamma mia come passa il tempo! È già passato un mese dall'ultima volta, ops. E pensare che avevo questo post praticamente pronto da allora ma non ho mai trovato il tempo (e la voglia) per apportare gli ultimi ritocchi e pubblicare... sigh. 
Ma ora che l'aria si sta di nuovo profumando di primavera, colgo l'occasione, con la velocità che mi contraddistingue [muahahah], per mostrarvi cosa è successo la scorsa stagione, un'annata strana dal punto di vista metereologico ma non per questo avara di fiori. Anzi, qualcuna è stata particolarmente gradita perché attesa da tempo. 
Oh, niente di eclatante, di favoloso, nulla di supermegagalattico, nessun mazzo con 250 fiori contemporaneamente, ma semplici e normali fioriture, spesso anche striminzite. Ne ho apprezzato lo sforzo, ecco. Belle di mamma!

Primo fiore in assoluto, benché "smagagnato", di questo piccolo Ferocactus macrodiscus.




Sotto, i fiori alternativi di uno Echinomastus durangensis: ha la fama di essere una pianta piuttosto "difficile", e per questo l'ho lasciata nel vaso in cui me la regalò Dante... se quest'anno si ripeterà, allora potrebbe significare che ne ho azzeccato la coltivazione, altrimenti è solo culo. Propendo per la seconda.











Una delle fioriture più attese: un Epiphyllum fruhlingsgold di cui mi regalò un articolo l'amica Priscilla alla Festa del Cactus di qualche anno fa. Bello, grande, poco corposo, ma luminoso!




Restando tra le epifite, la prima volta di un Epiphyllum crenatum, preso 3-4 anni fa, piuttosto malconcio, da Marianna di Punto e a cactus: per l'esposizione che gli riservo, ha già fatto tanto, ma speriamo che quest'anno mi sorprenda ancora di più. È molto profumato.


Questo Epiphyllum Wings invece è solo merito di Paolo, coltivatore esperto di innumerevoli varietà di Epicactus: me lo donò in boccio durante la visita alla sua "fattoria"... un fiore dalle dimensioni ragguardevoli e dai colori ipnotici!



Concludo la breve rassegna epifita con questo bell'Aporophyllum, di cui l'indimenticato Damiano Sergi mi diede alcune talee durante la visita al suo vivaio (vedi post precedente), talee inaspettatamente fiorite ma soprattutto campate.






Tra le piante a me poco congeniali ci sono le Neoporteria, o Eryosice: di solito, o mi muoiono, o si deformano, o non fioriscono più: questa sp. invece si è ripetuta a distanza di due anni, strano ma vero, e ciò mi inorgoglisce (basta poco per inorgoglirmi).
Un paio di fioriture "amiche", ovvero di piante regalate da amici cactofili, al loro primo exploit:
un Trichocereus ibrido di provenienza veneta (Erika) e a destra, la Sulcorebutia albissima di Graziella.

Un Echinopsis ibrido cartellinato arancio di cui ho finalmente appurato il vero colore: arancio.


Una bella Rebutia rovidana dai fiori rosso fuoco


Lobivia ferox, glauca e Stern von Lorsch (by Damiano)... wow, che terzetto!













Il Tephrocactus geometricus lo aspettavo al varco da anni, è una delle poche opuntioideae a fiorire in sierra Morena... mannaggia alle opunzie e al loro fascino conquistadores e libertino!

Un paio di Gymnocalycium che mi hanno fatto diventare i capelli bianchi: un semplice saglionis, arrivato ormai ad un diametro di una dozzina di cm abbondanti, e un nidulans con spine piuttosto spesse ed aggressive da non permettere al fiore di aprirsi completamente.


Tra le succulente, è stata una piacevole sorpresa la Kedrostis africana, caratterizzata da un fiorellino inadatto ai presbiti.

Concludo la modesta carrellata con le mie fioriture preferite, quelle degli Echinocereus, che finalmente quest'anno si sono decisi di muovere le chiappe ed uscire dall'ozio spinoso: vi posto giusto qualche fiore qua e là, in attesa di un post interamente dedicato ad essi... spero di concretizzare questa buona intenzione prima della fine del secolo, sai, conoscendomi...!








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