Amy

Ho appreso da poche ore della morte di Amy Winehouse.
Di solito la morte di una persona nota mi tocca sì, ma fino a un certo punto, mi dispiace ma alla fine, più di tanto non mi tange... invece sapere di Amy mi ha turbato, mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Prima di tutto perché era una grande cantante, dotata di un talento straordinario, di una voce magnifica, forte e roca al coltempo, ha rilanciato la black music, uno dei miei generi preferiti, ispirando, pur nella sua seppur breve carriera, tante altre cantanti che hanno ripreso con successo il suo stile, da Giusy Ferreri ad Adele, tanto per citare le prime due che mi vengono in mente. E mi stava pure simpatica, con quel cognome... la casa del vino... non disdegno l'alcol, ma non ho mai straviziato, conscia delle conseguenze che può portare.
Certo, non è la prima né sarà probabilmente l'ultima a morire di alcol e droga, nel mondo della musica. Oddio, ancora non si conoscono le cause, ma i sospetti su di essi sono forti.
Aveva il successo in mano, soldi, fama, fans che l'acclamavano, l'applaudivano e compravano i suoi dischi... ed ha buttato tutto giù nel cesso. Perché? Quanti giovani rincorrono il successo artistico, quanti vorrebbero essere stati al suo posto? Che senso ha rovinare tutto? 
Quello che più mi rattrista è la morte solitaria... ma qualcuno ha tentato di salvarla? Io non posso saperlo, ma l'impressione è tristemente negativa. Era diventata una macchina da soldi, forse era solo sfruttata come gallina dalle uova d'oro, e il suo disagio interiore è passato in secondo piano, non è stato compreso, evidentemente. 
Ma perché l'essere umano non si accontenta di quello che ha? Perché non sfruttare le situazioni a proprio favore? E soprattutto, perché questa solitudine?
Noi comuni mortali pensiamo (o forse meglio che parli per me soltanto, una perfetta ignorante) che la gente dello spettacolo si goda una bella vita, giovi della compagnia di tante persone, di grossi privilegi, e possa soddisfare i propri capricci senza badare a limiti né a spese, ma non ci si sofferma sull'insoddisfazione personale, scaturita da chissà cosa, e repressa con rimedi discutibili di cui Amy ha esageratamente ed irrimediabilmente abusato. 
Certo, lo show-biz non guarda in faccia a nessuno, il troppo successo forse scombussola la vita, i soldi danno alla testa, ma anche le brutte amicizie aiutano eh... e quelle buone dove sono in certi momenti?
Insomma, mi spiace ecco. Giovane, talentuosa, ricca, eppure sola e psicologicamente fragile... un bel controsenso. Viene normale pensare che era una fine che ci si aspettava. Pure la madre lo sapeva, lo sapeva dal giorno prima, l'ha detto lei stessa... pensa te.
Forse le mie sono solo parole di circostanza, neanche tanto originali né tanto meno bene organizzate... ma mi vien da pensare a quanti giovani, e non solo, manifestino oggigiorno queste debolezze, senza che nessuno le capisca a fondo. E penso soprattutto ai miei figli, sperando di riuscire a percepire, prima che sia troppo tardi, gli eventuali disagi che li accompagneranno nella crescita.
Amy, mi mancherà la tua voce, altroché.


http://www.youtube.com/watch?v=w1evzhSast8

Commenti

  1. ...forse nella nostra piccolezza, siamo portati a pensare che la gente di spettacolo, la gente di successo ha tutto quello che a noi manca...e invece vengono distrutti da quello che loro stessi hanno cercato...non lo so.
    La solitudine, penso, sia il male peggiore di questi nostri anni, insidioso e invisibile come gas.

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  2. E... per chi ci crede!

    Amy Winehouse, l'ultima vittima della maledizione dei 27 anni.
    Prima di lei Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain e Jim Morrison (Il mio mito, in assoluto!)
    Il numero 27 torna, e dopo Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain e Jim Morrison (morto anche lui nel mese di luglio!), si porta via anche la ribelle Amy Winehouse consacrandola definitivamente come l'ultima artista maledetta.
    Il primo ad essere colpito dalla maledizione fu, nel 1969, il chitarrista fondatore dei Rolling Stones, Brian Jones, trovato annegato in piscina. L'anno dopo toccò alla cantante statunitense Janis Joplin morta di overdose nella stanza di un motel di Holliwood. Ma il '70 è un anno particolarmente sfortunato, un overdose uccide anche Jimi Hendrix. Un anno appena ed è Jim Morrison, cantante-idolo dei Doors, a scomparire, a Parigi per un probabile arresto cardiaco.
    Qualche anno di tregua ed ecco che nel 1994 il fondatore dei Nirvana , Kurt Cobain, si suicida con un colpo di fucile nella sua casa di Seattle. Anche lui aveva superato da pochi mesi la fatidica età dei 27 anni.
    Se questi sono i nomi più noti, il cosiddetto "Club 27" raduna molte altre personalità appartenenti al mondo della musica, come la cantante soul Linda Jones o Kristen Pfaff, bassista degli Hole.
    Molti si chiedono se si tratti di una vero anatema o piuttosto di una comune sorte: l'abuso di alcool, droghe, sesso e psicofarmaci, resta, infatti, al di là dell'indiscusso genio, il tratto saliente di queste star che, a quanto sembra, più sono famosi, più sono soli!

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  3. Beh, le "coincidenze" (e non solo) che uniscono questi artisti sono tante e sorprendenti... Avevo letto questo testo, ma ti ringrazio comunque della testimonianza.
    Non credo però che sia un gesto architettato ad hoc... insomma, morire per diventare miti? spero proprio di no!
    Ciao!

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  4. Oggi, nel 1962, moriva, stroncata da un'overdose di barbiturici, a 36 anni, Marilyn Monroe: un'altra donna (cone Amy) troppo fragile e sensibile per poter e saper convivere con la fama ed il successo che hanno distrutto i suoi sentimenti e la sua sensibilità, portandola ad una decisione estrema! PAOLA

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